I nostri vigneti

Il Lambrusco è la prima vigna delle nostre terre,
il lambrusco è la nostra storia e la nostra gioia,
il lambrusco è un patrimonio che abbiamo il dovere di valorizzare.

Da qui siamo partiti a sviluppare il nostro pensiero di vigna e di vino attraverso il recupero di antichi cloni che abbiamo piantato personalmente, ma qui  non ci siamo fermati. Crediamo moltissimo nelle potenzialità dei nostri luoghi e per questo hanno trovato spazio diverse altre varietà di vite.
Abbiamo affiancato alla tradizionalità dei lambruschi anche varietà come Merlot, Cabernet, Marzemino e Pinot.

I vigneti si trovano su dossi alluvionali naturali in prossimità di corsi d’acqua, esondando nel corso dei tempi ne hanno modellato le forme e arricchito di minerali la composizione.

La vigna radica quindi su suoli di buono scheletro prevalentemente sabbiosi con percentuali variabili di limo e argilla, ideali per la sua coltivazione.

La gestione manuale delle piante individua due momenti fondamentali: la potatura “secca” invernale e la potatura “verde” primaverile (selezione dei germogli).

Rispetto dei flussi linfatici, piccoli tagli e corretto orientamento delle gemme sono alcuni dei precetti per una potatura che mira alla vitalità della pianta e quindi alla qualità dei suoi frutti.

Per la gestione fitosanitaria si adottano tecniche biologiche, quali utilizzo di rame zolfo e oli vegetali. Si alternano poi momenti di lavorazione del suolo a inerbimenti anche con sovesci per favorire la biodiversità decompattare il terreno e incrementare la sua capacità di fissare l’azoto.

In Settembre e Ottobre la vendemmia, la raccolta è esclusivamente a mano in cassette di massimo 15 kg. L’integrità del frutto è la chiave per ottenere buoni vini qualitativamente. Le parcelle di vigneto vengono vendemmiate e vinificate separatamente ed eventualmente unite a vino compiuto a seconda del prodotto che si vuole ottenere.

Infine, a conclusione dell’annata produttiva, preferiamo parlare di bilanciamento grappoli/germogli di ogni singola pianta, piuttosto che di “basse rese per ettaro”.

Avverrà la certificazione biologica nel 2024.

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